Disegno di Sergio Toppi

«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15). «Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).

Ci sono state due notti, il venerdì e il sabato, che per i discepoli del Rabbi di Nazareth, Pietro, Giovanni & C., era sembrato di entrare in un buco nero. Dopo la crocifissione e la sepoltura di Gesù non c'era più via d'uscita. Era tutto finito. Si erano rifugiati nel Cenacolo presso Maria, la Madre di Gesù, per consolarla ed essere consolati, ma anche per paura di ritorsione da parte dei Giudei, sempre inferociti contro il sedicente Messia, di cui doveva scomparire ogni traccia. Quando, improvvisamente, al mattino della domenica, sentono bussare forte alla porta ed aprono a Maria Maddalena, affannata, sconvolta e radiosa insieme. La donna, giusto il tempo di entrare, si mette a gridare con tutto il fiato che ha in corpo: <<È risorto! Il Maestro è Risorto! Vi precede in Galilea; là lo vedrete>>. Una sorpresa così, nessun uomo se l'aspettava e c'è chi fa ancora fatica a crederci. Buon sonno, a voi che non credete, e restate a sorvegliare un sepolcro vuoto. Ragazzi di tutte le età, gioite. Il Signore, come aveva predetto, il terzo giorno è Risorto, e noi che crediamo in Gesù, siamo risorti con lui.

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«Egli doveva risuscitare dai morti».
Che cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti. “Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)

«Egli doveva risuscitare dai morti».
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Dalla Parola del giorno
«Entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.»

Il sepolcro vuoto
L'annuncio della Pasqua inizia con una corsa. E' la corsa di Maria di Màgdala. La pietra del sepolcro è stata spostata. Qualcuno ha portato via il suo Signore. Maria ancora non lo sa, ma altre pietre dovranno essere rotolate via. Quella del sepolcro di Gesù è la prima di una moltitudine. Altri macigni saranno spazzati via dalla potenza della sua resurrezione. Altri sepolcri verranno spalancati, altri cuori verranno liberarti. Maria corre e ritorna al cenacolo. Nei suoi occhi è ancora impressa l'immagine straziante di Gesù Crocifisso: gli insulti, le umiliazioni, la solitudine, i chiodi conficcati in quella carne benedetta. Poi un grido. Poi l'ultimo respiro. Il corpo distrutto di Gesù calato dalla croce. Un lenzuolo avvolge il cadavere. Un sudario sul volto sfigurato. Un sepolcro accoglie quel che resta del condannato Gesù di Nazareth. Maria ha visto tutto e la mattina del primo giorno della settimana spera di tornare al sepolcro e preparare con calma il corpo del maestro per la sepoltura. Desidera un angolo di silenzio lontano dagl'occhi dei curiosi. Lei e il maestro, ancora una volta. L'ultima. Mille domande si intrecciano nel suo cuore. Maria non capisce... Ma ora non c'è spazio per le domande. Ore Maria deve correre. Deve andare dai discepoli. Deve raccontare quello che ha visto. "Dove sei, o Signore? Chi ti ha portato via? Dove ti hanno nascosto? Perché non ci sei dove ti ho cercato!" Maria corre. Arriva al cenacolo. I suoi occhi pieni di confusione incrociano gli sguardi sbigottiti di Pietro e del discepolo amato. Maria si siede, il cuore è in gola. Maria non sa che il suo annuncio cambierà per sempre la storia del mondo. "L'hanno portato via dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto." E si riparte. Dal Cenacolo al sepolcro. I tre ripercorrono il cammino del maestro. Sulle spalle non c'è il peso della Croce, ma un intreccio di paura, delusione, rimorso. Pochi giorni prima, Pietro, che si credeva forte e coraggioso, aveva detto chiaro e tondo al Signore che lui era pronto, che avrebbe dato la vita per lui. Ma è bastata la domanda di una donna curiosa per far rimangiare a Pietro il suo coraggio. Per tre volte ha ripetuto che lui, con quel Rabbì, non aveva niente a che fare. Per tre volte ha negato di conoscerlo. E' forse è proprio così, ha detto il vero. Pietro ancora non lo conosce. Ancora non sa chi è per davvero il Rabbì di Nazareth. Ma il macigno che blocca il cuore di Pietro farà la stessa fine di quello del sepolcro. Sarà rotolato via, Pietro capirà. Pietro crederà alla Parola. Insieme a lui corre il discepolo amato. Il discepolo che chinò il capo sul cuore del Maestro. Il discepolo che ancora custodisce nella memoria il battito del cuore del Figlio di Dio, quello che lo seguì fin sotto la Croce e accolse Maria, la madre, nella sua casa. Arrivano al sepolcro. E' vuoto. La pietra è stata ribaltata e il Signore non c'è. Come spesso ci capita, Dio non è dove noi lo vorremmo trovare. Ci arrabbiamo con Lui, lo accusiamo, ci sentiamo traditi. Ma non è Lui che ci gira le spalle o non si lascia trovare. Siamo noi che lo cerchiamo dove Lui non c'è. La pietra è stata ribaltata. Il sepolcro è vuoto. I lini e le bende che avvolgevano il suo corpo sono piegati, in ordine. No, non sembra il luogo di un furto, ma una camera nuziale. I discepoli vedono, capiscono le scritture e credono. L'Amore è più forte della morte, non siamo più suoi prigionieri. La vita di Dio ha fatto esplodere il sepolcro. Il Signore è Risorto. Lo diremo a tutti, Signore! Diremo che tu sei il Dio della vita, A chi ti cerca diremo di non perdere tempo tra i sepolcri. Tu non sei un Dio morto. Tu non abiti in una tomba. Diremo che la vita nell'amore vince ogni morte, Diremo che la vita donata per amore risorge e che quella trattenuta nel possesso marcisce. Diremo che quel sepolcro era vuoto, strappato al buio della morte e che la luce della Pasqua può sconfiggere le ombre che ci abitano. Lo diremo a tutti, Signore. Lo diremo anche stando in silenzio, anche solo con un sorriso. Tu sei il Dio della vita.

Amen. Alleluia! Auguri di cuore!
don Roberto Seregni
"Divino Risorto, scuoti il torpore della mia anima, perché si lasci afferrare dalla gioia della tua resurrezione e, come Maria, corra ad annunciare che tu sei vivo, presente nel nostro oggi. O Maria primizia degli amati nel cuore dell'Amato, con Lui nascosta in Dio nella Tua carne di donna, meraviglioso pegno dell'umanità nuova, riconciliata per sempre nell'amore. Prega per noi, Maria, Vergine e Madre, Sposa e Regina, e ottienici dal Figlio Tuo e Redentore nostro una fede sempre più viva e innamorata, una speranza ardente, una carità umile e operosa, capaci di attrarre a Lui ogni cuore aperto alla verità che libera e salva. Amen. Alleluia".
Ecco Gesù non è qui! Gesù è nella vita nuova. Il risorto è vivente dove c'è amore, solidarietà, accoglienza, fede vera, pace... Il sepolcro sotto la grande cupola di Gerusalemme è davvero un punto di partenza per andare altrove, di non fermarci li, di uscire e di andare a cercare il Risorto dove oggi ancora vive, in noi e attorno a noi. E in questa missione siamo chiamati a coinvolgere gli altri fratelli e sorelle che nella fede sono anche loro insieme a noi alla ricerca del Vivente. E se vediamo qualcuno che per qualche motivo è ancora fermo e bloccato davanti al sepolcro, dobbiamo fare come i due uomini che hanno rimesso in moto le donne, e dire loro "non cercare tra i morti il Vivente, non è qui... è Risorto"

Disegno di Sergio Toppi

Uniti, abbandonati in Lui per questa vita, noi possiamo fare e facciamo ciò che egli ha fatto: noi moriamo con Lui alla carne e al peccato, per rinascere alla vita spirituale (Donec formetur Christus in vobis, 64).

“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Queste parole sono come una pietra miliare nella storia; ma anche una “pietra d’inciampo”, se non ci apriamo alla Buona Notizia, se pensiamo che dia meno fastidio un Gesù morto che un Gesù vivo! Invece quante volte, nel nostro cammino quotidiano, abbiamo bisogno di sentirci dire: “Perché stai cercando tra i morti colui che è vivo?”. Quante volte noi cerchiamo la vita fra le cose morte, fra le cose che non possono dare vita, fra le cose che oggi sono e domani non saranno più, le cose che passano…i discepoli di Emmaus, depressi e con sentimenti di sconfitta, giungono all’incontro con Gesù lasciandosi accompagnare da quel misterioso viandante. Cercavano tra i morti colui che è vivo e fu lo stesso Signore a correggere la rotta. Ed io che faccio? Quale rotta seguo per incontrare il Cristo vivo? Lui sarà sempre vicino a noi per correggere la rotta se noi abbiamo sbagliato…“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Ripetiamola! Guardate fratelli e sorelle, Lui è vivo, è con noi! Non andiamo da tanti sepolcri che oggi ti promettono qualcosa, bellezza, e poi non ti danno niente! Lui è vivo! Non cerchiamo fra i morti colui che è vivo!.

Udienza generale - Piazza San Pietro - Mercoledì, 23 aprile 2014

Si racconta di uno scienziato tedesco che, cercando un posto tranquillo dove sistemarsi, aveva finito per scegliere un'abitazione che stava nelle immediate vicinanze di un monastero di clausura. Non aveva la fede, ma quell'ambiente presentava il vantaggio di essere ideale quanto a quiete per le sue ricerche. "Qui almeno troverò il silenzio di cui ho bisogno per i miei studi e i miei esperimenti", pensava. Le sue previsioni si rivelarono esatte solo parzialmente. Di fatto, gran parte della giornata la sua casa era come avvolta dal silenzio, rotto soltanto dal suono di una campanella. Ma poi venivano le ore di ricreazione delle monache. Allora non c'era verso di difendersi da quell'allegria scoppiettante; l'esplosione delle risate trapassava muri e finestre. Per lo studioso diventò quasi un'ossessione. Ragionava: "Queste donne sono povere, conducono una vita di penitenza, non conoscono il piacere. Come fanno ad essere così contente? Non ci sarà sotto, per caso, qualcosa di losco?". Decise di togliersi il pensiero parlandone direttamente con l'abbadessa. Questa gli fornì una spiegazione semplicissima: "Siamo le spose di Cristo". "Ma il vostro sposo non è morto duemila anni fa?", obiettò quello. "Mi scusi, signor professore, ma lei non deve essere stato informato che tre giorni dopo è risorto da morte. E noi siamo testimoni appunto, di ciò che è accaduto tre giorni dopo".
fonte non specificata

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