Disegno di Sergio Toppi

«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15). «Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).

Il Gallo del mattino mi ha consegnato la sua preghiera quaresimale, e bisogna accontentarlo. Ha preso in prestito il titolo da una celebre canzone milanese, per dire che si rivolge a Maria e che il dialetto fa sempre pop, canto del popolo. Lo schema, più o meno, è quello della preghiera dei fedeli alla domenica.
- Per la Chiesa. Vedo troppe facce scure tra i preti e il popolo di Dio, come se Nostro Signore non ci avesse già salvato. L'unico sorriso costante è quello di Papa Francesco, conservaglielo, O' mia bela Madunina.
- Per il nostro Paese e i suoi governanti. Non è facile governare l'Italia, come ogni altro Paese del mondo. O' mia bela Madunina, trasmetti la preghiera di Salomone (1Re 3, 4-13) a chiunque abbia responsabilità di Governo per avere intelligenza e saggezza. Perché il bene comune è come il pane, non è per chi lo inforna ma per chi lo mangia.
- Per i credenti che partecipano alla Messa. Non vedo alzate braccia e mani forti e generose O' mia bela Madunina, ottieni il miracolo che le “braccine” si allunghino e le mani si aprano per compiere opere di bene. - Per i profeti del nostro tempo. In genere i profeti sono fastidiosi, esigenti. O' mia bela Madunina, mettili, tra i malati, gli emarginati, i reclusi, ma non farli scomparire. Essi sono testimoni e partecipi della Passione di Cristo.
- Per i creatori di fake news, o maldicenti. Fa' capire loro, O' mia bela Madunina, che sono portavoce di Belzebul, sono moneta falsa, senza valore. E che inquinano il terreno della comunicazione, che alzano lo spread dell'iniquità.
Dopo che mi ha consegnato la preghiera, faccio notare al nostro Gallo che bisognerebbe pregare anche per chi fa del bene. “Fammi un esempio”, mi dice.
Eccolo. Ho ricevuto un video dove si vede un gruppo di genitori seduti su un prato verde. Devono sottoporsi a un test molto semplice: colorare la scena stampata su un cartoncino con il solo tratto nero. È la piazza di una grande città. Facile. Viene colorato il cartoncino e consegnato all'animatore. Cambia la scena e sullo stesso prato compaiono i figli dei genitori precedenti. Anche loro eseguono il medesimo test di colorare i cartoncini. Alla fine, genitori e figli si riuniscono insieme. L'animatore mostra i cartoncini dei genitori, belli a vedersi con tutti quei colori messi al posto giusto. Sembrano piazze vive. Poi mostra quelli dei ragazzi, che sono proprio brutti. Facciate nere dei palazzi, strade grigie, giardini marrone scuro. Un genitore obietta all'animatore che tutto ciò è molto strano per disegni colorati da bambini. “È vero.” risponde l'animatore. “Ma erano gli unici colori che avevano a disposizione, quelli che voi avete lasciato per loro”.
Così il Gallo del mattino ha aggiunto un'altra invocazione alla Bela Madunina: “Fa, che consegniamo ai nostri figli un mondo non inquinato, ma bello, pulito, colorato e profumato come ci era stato dato.

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«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».
E' vicino il momento in cui Cristo farà la rivelazione più radicale - e la più incomprensibile per l’uomo - della sua potenza: morire sulla croce. È uno “scandalo per gli Ebrei, follia per i popoli pagani” (1Cor 1,23). Già prima Gesù aveva parlato ai suoi discepoli della croce, che li stupì e confuse. Quello che osservavano, nel comportamento sociale, è che l’uomo utilizza la debolezza degli altri per affermare il proprio potere. Ma Gesù diceva loro: “I re delle nazioni... e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così” (Lc 22,25). E i farisei che pretendono di usare una povera donna, colta in flagrante delitto di adulterio, per compromettere Gesù, gli danno in effetti l’occasione di insegnare con un esempio i suoi nuovi metodi. In primo luogo Gesù mette in evidenza l’ipocrisia dei farisei: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra. Dopo, toglie loro qualsiasi argomentazione. Mette in evidenza la loro ignoranza colpevole della legge che insegna che Dio, essendo potente sovrano, giudica con moderazione e governa con indulgenza, perché egli opera tutto ciò che vuole (Sal 115,3). Infine - e questo è il punto più importante del Vangelo -, Gesù insegna alle folle che non esiste più grande manifestazione di potere che il perdono. La morte stessa non ha un così grande potere. In effetti, solo il potere di Cristo, che muore crocifisso per amore, è capace di dare la vita. E soltanto il potere che serve a dare la vita è vero potere.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,1-11)

«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Dalla Parola del giorno
«E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Il gratis dell'amore
Durante questi ultimi giorni ho ricevuto decine di mail in risposta al mio commento della scorsa settimana. Mi stupisce la potenza della Parola che ribalta il cuore, che sa far intuire percorsi nuovi, che risolleva. Davvero. Bellissimo! Dopo il brano di un "ritorno", la liturgia ci fa vivere un "incontro". Siamo nel tempio di Gerusalemme. Gli scribi e i farisei hanno preparato una bella trappola per Gesù. Gli portano una donna sorpresa in adulterio e stanno ad osservare il suo comportamento. La trappola è evidente: se Gesù si schiera dalla parte del Dio legislatore e punitore, inevitabilmente dovrà registrare un drastico crollo di popolarità tra la folla di peccatori ed emarginati entusiasti dalle sue parole di speranza e misericordia. Se, invece, è contrario a ciò che Mosè ha comandato, cioè la lapidazione (Dt 22,23-24), si profila per il Rabbì di Nazareth l'accusa di bestemmiatore e pericoloso sovvertitore della legge. Qualunque sia la sua risposta, Gesù ci rimette o la reputazione o la libertà. Così pensano gli scribi e i farisei. Ma Gesù, il grandissimo Gesù, non si lascia ingabbiare negli schemi dei suoi rivali. Si china e inizia a scrivere nella terra, gesto simbolico che richiama l'aspra denuncia di Geremia: "Hanno abbandonato la fonte d'acqua viva e saranno scritti nella terra" (Ger 17,13). Nella terra, cioè tra i morti. Sì: per Gesù quelli che custodiscono sentimenti di morte sono già morti. Il maestro Gesù chiama in causa scribi e farisei e gli rigira la patata bollente. Tutti i loro piani vengono spazzati via dall'inattesa risposta alla loro insistenza: "Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei". La reazione degli scribi e dei farisei la conosciamo bene: tanto compatti nel condannare, quanto scompaginati nell'allontanarsi dopo essere stati smascherati. E ora guardate Gesù. Lasciatevi incantare da quella bellezza che non giudica, non condanna, non rimprovera. Lasciatevi stupire da quell'amore che gioca di anticipo, che non aspetta umiliazioni pubbliche e richieste imploranti. Non ce n'è bisogno. Già fatto. Già dato. Il perdono l'ha preceduta. E' il gratis dell'amore. Che spettacolo! E ora si riparte. C'è una nuova avventura, una nuova possibilità. Con un amore nuovo nel cuore. Il Suo. L'unico che non delude.
Buona Quaresima!

don Roberto Seregni
"O Padre, che scegli i piccoli e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo regno, aiutaci a dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché si sciolgano le loro lingue e tanta umanità malata, incapace perfino di pregarti, canti con noi le tue meraviglie". Amen.
I gesti di Gesù sono stati il veicolo efficace di quello che le parole hanno detto. Lui condivide realmente la condizione della donna, e in questa condivisione profonda e vera la donna si sente risollevata e invitata a vivere di questa misericordia perenne. Siamo noi questa donna, quando ci sentiamo a terra e la polvere si mescola con la nostra tristezza e paura di non farcela. Siamo noi anche questi farisei e scribi, quando alziamo le mani e puntiamo il dito per condannare, diventando ciechi verso noi stessi. Siamo noi anche Gesù, quando ci mettiamo gli uni al livello degli altri, quando siamo capaci di piegarci nella condizione di chi si sente a terra e ha bisogno non di condanne ma di condivisione.

Disegno di Sergio Toppi

Non la nostra gioia dobbiamo cercare, non di attirarci il plauso degli uomini bisogna curarci: ma solo di attirare le anime alla Chiesa, perchè nella Chiesa, arca di salute, possano trovare salvezza (APim, p. 87).

Cari fratelli e sorelle, quella donna rappresenta tutti noi, che siamo peccatori, cioè adulteri davanti a Dio, traditori della sua fedeltà. E la sua esperienza rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi: non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù. Lui è la grazia, che salva dal peccato e dalla morte. Lui ha scritto nella terra, nella polvere di cui è fatto ogni essere umano (cfr Gen 2,7), la sentenza di Dio: “Non voglio che tu muoia, ma che tu viva”. Dio non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso. Abbiamo un nome, e Dio non identifica questo nome con il peccato che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole che anche noi lo vogliamo insieme con Lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile – è possibile! – con la sua grazia.

All’Angelus - Piazza San Pietro - V Domenica di Quaresima, 13 marzo 2016

Due donne si recarono da un saggio, che aveva fama di santo, per chiedere qualche consiglio sulla vita spirituale. Una pensava di essere una grande peccatrice. Nei primi anni del suo matrimonio aveva tradito la fiducia del marito. Non riusciva a dimenticare quella colpa, anche se poi si era sempre comportata in modo irreprensibile, e continuava a torturarsi per il rimorso. La seconda invece, che era sempre vissuta nel rispetto delle leggi, si sentiva perfettamente innocente e in pace con se stessa. Il saggio si fece raccontare la vita di tutte e due. La prima raccontò tra le lacrime la sua grossa colpa. Diceva, singhiozzando, che per lei non poteva esserci perdono, perché troppo grande era il suo peccato. La seconda disse che non aveva particolari peccati da confessare. Il sant'uomo si rivolse alla prima: «Figliola, vai a cercare una pietra, la più pesante e grossa che riesci a sollevare e portamela qui». Poi, rivolto alla seconda: «E tu, portami tante pietre quante riesci a tenerne in grembo, ma che siano piccole». Le due donne sì affrettarono a eseguire l'ordine del saggio. La prima tornò con una grossa pietra, la seconda con un'enorme borsa piena di piccoli sassi. Il saggio guardò le pietre e poi disse: «Ora dovete fare un'altra cosa: riportate le pietre dove le avete prese, ma badate bene di rimettere ognuna di esse nel posto esatto dove l'avete presa. Poi tornate da me». Pazientemente, le due donne cercarono di eseguire l'ordine del saggio. La prima trovò facilmente il punto dove aveva preso la pietrona e la rimise a posto. La seconda invece girava invano, cercando di ricordarsi dove aveva raccattato le piccole pietre della sua borsa. Era chiaramente un compito impossibile e tornò mortificata dal saggio con tutte le sue pietre. Il sant'uomo sorrise e disse: «Succede la stessa cosa con i peccati. Tu, - disse rivolto alla prima donna - hai facilmente rimesso a posto la tua pietra perché sapevi dove l'avevi presa: hai riconosciuto il tuo peccato, hai ascoltato umilmente i rimproveri della gente e della tua coscienza, e hai riparato grazie al tuo pentimento. Tu, invece, - disse alla seconda - non sai dove hai preso tutte le tue pietre, come non hai saputo accorgerti dei tuoi piccoli peccati. Magari hai condannato le grosse colpe degli altri e sei rimasta invischiata nelle tue, perché non hai saputo vederle».
Bruno Ferrero

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