Disegno di Sergio Toppi
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«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15). «Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).
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Basta una scatola di scarpe per far nascere un sorriso. È successo anche quest'anno ai bambini che hanno ricevono la «Scatola di Natale» dall'organizzazione battista americana Samaritan's Purse (La borsa del Samaritano). L'impegno dei «samaritani», che dura tutto l'anno, è di far arrivare ai bambini dei cinque continenti, nelle zone colpite da guerre, povertà, carestie, calamità naturali, malattie, una scatola di scarpe piene di giocattoli, articoli per l'igiene e cancelleria scolastica. «Ma quelli lì sono Battisti, che fanno proselitismo, e non sono Cattolici come noi». Interviene il Gallo del mattino, trasformatosi in sovranista. Gli rispondo un po' duramente: «Non ti basta che siano cristiani, che conoscano la parabola del Buon Samaritano e che la mettano in pratica?». «Chicchirichììì!». Un grido squillante, da anno nuovo. «Hai risposto bene», mi dice il buon galletto. «Ti avevo soltanto messo alla prova. All'inizio dell'anno, una buona notizia fai bene a trasmetterla, è un dono che fa bene all'anima, è vangelo». Pace fatta. Tuttavia mi prede in contropiede e mi dice «Ho un regalo per te». dandomi un quadretto che incornicia la frase di un ebreo famoso, Albert Einstein: «Se A è il successo nella vita, allora A = X + Y + Z. Il lavoro è X, il divertimento è Y, e Z è tenere la bocca chiusa». A bocca chiusa gli mostro il documento della 53a Giornata Mondiale della Pace scritto Papa Francesco per il 2020: «La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica ». E poi anch'io gli dono un quadretto con la scritta: «Pace: sublime dono del Signore, carezza dello Spirito, vieni sul mondo a consolare ogni uomo ferito dal peccato» (San Giovanni XXIII). Laudato sii, mi Signore, per anno novo, per sorella Pace e per Galli cantu.
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Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
L’evento dell’incarnazione del Verbo è la rivelazione perfetta e insuperabile del mistero di Dio. È nella “storia del Verbo” (san Bernardo) che l’uomo può vedere la gloria di Dio e così la vita eterna è già donata all’uomo, mentre ancora vive nel tempo. Il disegno misterioso di Dio sull’umanità ora è pienamente svelato: a chi accoglie il Verbo fatto carne viene donato il potere di diventare figlio di Dio. L’uomo è chiamato a divenire partecipe della stessa filiazione divina del Verbo: ad essere nel Verbo Incarnato figlio del Padre. E il Padre genera nel Verbo Incarnato anche ogni uomo e in lui vede e ama ogni persona umana. È la suprema rivelazione della dignità di ogni persona umana, della singolare preziosità di ogni uomo.
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Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
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Dalla Parola del giorno «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta»
Ripartire da Dio E' da qualche anno che intitolo la prima meditazione di gennaio "Ripartire da Dio". Questa ripetizione esprime il desiderio e la speranza che la ripartenza del 2015 sia segnata da una nuova ed effervescente esperienza di Dio . Incontri, scelte, avvenimenti, nuovi slanci o sedimentate immobilità, hanno segnato l'anno che si è appena concluso. La Parola ci ha accompagnato, guidato, rialzato e sostenuto. Lo Spirito di Dio ha lavorato in incognito nella nostra vita, donandoci ciò di cui - magari a nostra insaputa - avevamo bisogno. Per molti di noi questo 2014 ha segnato scelte importanti. Ripenso agli amici che hanno celebrato il sacramento del matrimonio, ai confratelli che hanno ricevuto il dono del diaconato o del presbiterato, agli amici che hanno iniziato un nuovo cammino affidandosi nella mani di Dio. Ripenso a chi inizierà questo nuovo anno segnato dal tragico evento della morte, della separazione, del divorzio, della perdita del lavoro o dell'allontanamento dal ministero. E' in questa storia, la nostra, complicata e luminosa, faticosa e feconda, che prende carne il Verbo di Dio (v.14). E' dentro le nostre ferite, le nostre piccolezze quotidiane, le nostre solitudini che prende carne l'eternità di Dio. E' dentro le nostre gioie, le conversioni quotidiane, i passi importanti della nostra vita che il Verbo di Dio pianta la sua tenda. Mi piace pensare che la storia sia un'astuzia di Dio, che il tempo che Lui ci dona sia un suo stratagemma per permettere che il suo amore si dilati, ci raggiunga, ci invada. Non siamo soli, non siamo buttati nel caos del nulla. La nostra storia ha un progetto, una traiettoria, un sogno. Ripartiamo da qui, ripartiamo da Dio, dalla certezza che il tempo che Lui ci dona è inzuppato della Sua presenza. E' la nostra quotidianità il luogo in cui possiamo fare esperienza di Dio. In quei compiti da correggere, in quei pazienti da ascoltare, in quelle faccende da sbrigare, in quel progetto da verificare, in quegli esami da preparare, puoi fare esperienza di Lui. Attenzione: non "nonostante tutto questo", ma proprio "in tutto questo" puoi godere la sua presenza. Coraggio, cari amici! Ripartiamo da Dio, dalla Sua Parola, da un tempo di preghiera più costante e maturo. Impariamo a darci ordine, a volerci un po' più bene, a fare gerarchie evangeliche di vita, a progettare la nostra storia mettendoci come fogli bianchi davanti all'estro imprevedibile di Dio. Raccogliamo tutti i desideri e le paure che ci riempiono il cuore, lasciamoli nelle Sue mani. Non c'è posto più sicuro. Garantito.
Buona Settimana don Roberto Seregni |
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Gesù vita, Gesù luce, mandato dal Padre per parlarci, pietà per tutte le volte che non ti ho riconosciuto ed accolto. Grazie Gesù, pieno di grazia e veritiero, per avermi reso tuo fratello, figlio dello stesso Padre. Concedimi di partecipare al tuo stesso Dono, di essere in comunione con la tua Grazia e con la tua Verità. O Dio, donami la tua Sapienza, rivelami il tuo Amore. Illumina la mia mente, fammi comprendere la mia speranza. Tieni viva la fiamma della mia fiducia. Tieni desto il pensiero dell'eredità alla quale mi chiami. Custodisci lo stare con Te: il mio tesoro.
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Anno nuovo... giorni da vivere e sogni da realizzare, illusioni da infrangere e la vita degli altri di cui farsi carico. La memoria di ieri ti prepara il tuo oggi. Puoi imparare dall'esperienza i segreti dell'umanità nuova a patto che non ti allontani dalla realtà che vivi. Perché cercare altrove ciò che è già qui? Dio è qui. Lo incontri ogni giorno. Il sangue che pulsa nelle tue membra è il segno della vita che scorre ed è un richiamo continuo al senso profondo delle cose. Dove stai andando? Cosa cerchi? Aspetti qualcosa di grande, quasi un miracolo che cambi le tue giornate, un evento quasi magico che riempia di gaudio i tuoi grigi pensieri. C'è, ma non lo vedi. Perché cerchi sempre altrove. È qui, nella tua vita feriale. Nei gesti che ripeti, nelle abitudini che ti rendono familiare l'ambiente familiare o di lavoro. È qui l'immenso! È in te. La vita eterna è già in te. Come il sole che all'orizzonte splende e tutto illumina la vita ti è data, continuamente. Apriti al dono di te, e sentirai narrare la vita di Dio ovunque. Affonda il pensiero nel pensiero di Cristo, e sentirai sciogliersi tanti problemi come neve ai primi tepori. Esci dalle tue proprietà e lasciati amare e incontrare davvero dalla vita nella sua novità ... è tutto nuovo, perché, dice Gesù: Ecco, io faccio nuove tutte le cose.
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Disegno di Sergio Toppi
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"Sempre l'occhio al cielo!". Noi abbiamo solo speranza nel cielo; tutto, e sempre per il paradiso; il pensiero del paradiso ci faccia attivi. (MV 7).
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«Con la nascita di Gesù è nata una promessa nuova, è nato un mondo nuovo, ma anche un mondo che può essere sempre rinnovato. Dio è sempre presente a suscitare uomini nuovi, a purificare il mondo dal peccato che lo invecchia, dal peccato che lo corrompe. Per quanto la storia umana e quella personale di ciascuno di noi possa essere segnata dalle difficoltà e dalle debolezze, la fede nell’Incarnazione ci dice che Dio è solidale con l’uomo e con la sua storia. Questa prossimità di Dio all’uomo, ad ogni uomo, ad ognuno di noi, è un dono che non tramonta mai! Lui è con noi! Lui è Dio con noi! E questa prossimità non tramonta mai. Ecco il lieto annuncio del Natale: la luce divina, che inondò i cuori della Vergine Maria e di san Giuseppe, e guidò i passi dei pastori e dei magi, brilla anche oggi per noi ».
All’Angelus - Piazza San Pietro - Domenica, 5 gennaio 2014
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Un giornale in paradiso (Gianni Rodari)
Una volta San Pietro riunì gli angeli al suo servizio e tenne questo discorso: Ragazzi, qui non tutto funziona alla perfezione. I nuovi arrivati, per esempio, proprio quelli che sono qui da poco, diciamo da cento o duecento anni, hanno la beatitudine, ma manca loro qualcosa. L'altra mattina ne ho incontrato uno tutto sospiroso e gli ho chiesto: "Che cosa c'è che non va?" e lui:"Vorrei sapere se quest'anno i limoni cresceranno bene". L'altro giorno, una signora mi ferma e mi fa: "Scusate, prima di morire avevo piantato i pomodori; pensate che siano maturati?" Voi capite che non posso passare tutto il tempo a tener sott'occhio orti e giardini sulla terra Ho pensato che sarebbe utile fare un giornale. Fu, un coro d'approvazione e di suggerimenti. L'arcangelo!Gabriele fu nominato direttore del giornale e, pochi istanti dopo, il giornale era in distribuzione. Andò a ruba. Bravi - disse San Pietro. - Però ho sentito che a qualcuno interesserebbe sapere come stanno i nipotini. Il giorno dopo il giornale, che era stato intitolato "Cielo e terra", era pieno di notizie sui bambini. San Pietro si aggirò fra i beati per registrare i loro commenti. C'era chi si mostrava soddIsfatto ma anche chi buttava il giornale perché non parlava di scontri sull'autostrada, di terremoti... San Pietro ebbe un'idea. Portatemi un giornalista terrestre. In un batter d'occhio, il giornalista fu alla presenza di San Pietro. Sentite un po': le notizie belle annoiano i beati, quelle brutte li scontentano. . Come vi regolereste? Il giornalista disse: - Secondo me non ci sono notizie belle e brutte, ma solamente notizie vere e false. BIsogna sempre raccontare la verità, tutta la verità! Ancora oggi non si sa che cosa abbia risposto San Pietro al giornalista e come sia finito il giornale del Paradiso.
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