Disegno di Sergio Toppi

«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15). «Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).

Il Gallo del mattino non si è fatto vedere in redazione. Ha lasciato in segreteria un'intervista con preghiera di pubblicazione. È una storia dei nostri giorni, che sembra una favola. Luciana Delle Donne, 51 anni che non dimostra, nel 2004 va in stazione a Milano e fa un biglietto di solo andata per Lecce. Lascia e il mondo bancario, dove ha avuto grande successo per aver creato la banca multicanale, è diventata ricca, è desiderata dal mondo finanziario di Londra, ma il cuore ha preso una decisione per lei. Parte per il Sud, dove l'attende l'uomo che ama. E la favola finisce qui. Il suo è un amore complicato, che presto se ne va in fumo. Luciana però non torna a Milano. Si rimbocca le maniche e realizza due cose importanti: l'«Officina Creativa» e il marchio «Made in Carcere», che dà lavoro a un centinaio di donne detenute di Lecce.
Cambiare vita non è facile. Perché l'ha fatto?
«Per amore di un uomo e della vita. Quando lavori in banca, con i numeri e i software, con gli ordini in automatico, non vedi la gente, non noti la folla. Ero troppo presa dal creare efficienza e innovazione. Avevo tutto e niente. Della mia vita di top manager mi sono portata dietro la tenacia, perché se vuoi ottenere qualcosa devi fare in modo che le cose avvengano».
Perché il carcere femminile?
«Un giorno ho pensato alle donne in carcere, perché a Milano avevo visto dei capi creati da alcune detenute. Da lì è nata l'idea di produrre borse, sciarpe e quant'altro. Alle detenute, molto diffidenti all'inizio, ho detto: raddrizziamo insieme le cuciture storte della vita».
Chi le è stato vicino?
«Ho chiesto i tessuti ad amici ed ho scoperto che erano contenti di liberare il magazzino dagli scarti e dalle rimanenze. Uno di loro, Luciano Barbetta, mi prestò anche alcune macchine, che poi comprai con i primi utili dell’azienda. Insomma, capii che avevo fatto centro sia dal punto di vista della tutela dell’ambiente che dell’inclusione sociale».
Oggi, 16 detenute dipendenti lavorano 6 ore al giorno e percepiscono 500-600 euro al mese. Tranne lei che non prende un euro, perché?
«Non posso, andremmo in perdita».
L'hanno mai presa per folle?
«Lo sa che tra le detenute che hanno scontato la pena e lavorano, l'80% non torna più in carcere? Al contrario di quelle che non lavorano, l'80% delle quali vi ritorna? Sono strana, lo so. Ho fatto una scelta di vita. Volevo dimostrare che fare del bene fa bene. Se lavoriamo per il benessere comune è molto più facile essere felici».
Intanto l’«Officina Creativa» ha vinto il bando per l’assegnazione di un immobile a Cellino San Marco. Tra un anno ospiterà la prima «Casa delle donne», che sarà un centro di accoglienza per detenuti, un laboratorio, una sartoria, una web-radio, un centro di ascolto per ragazzi. Davvero una macchina inarrestabile, la nostra Luciana. Se cercate qualche idea per i regali di Natale vi suggeriamo di visitare il sito www.madeincarcere.it.
Oggi, 8 dicembre, ricorre la festa dell'Immacolata, un'altra grande donna che fa miracoli. Cara amica, se qualche volta sei in difficoltà, sai a chi rivolgerti.

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«Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce».
Abramo concepì Isacco per la fede nella promessa di Dio “e divenne padre di molti popoli” (cf. Rm 4,18-22). Ugualmente Maria concepì Gesù per mezzo della fede. La concezione verginale di Gesù fu opera dello Spirito Santo, ma per mezzo della fede di Maria. È sempre Dio che opera, ma attraverso la collaborazione dell’uomo. Credere, infatti, è rispondere con fiducia alla parola di Dio, accogliere i suoi piani come se fossero propri e sottomettersi in obbedienza alla sua volontà per collaborarvi. La fede vuole sempre: 1) la fiducia in Dio e 2) la professione di ciò che si crede, poiché “con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rm 10,10). Una volta riconosciuta vera la parola di Dio, Maria credette alla concezione verginale di Gesù e credette pure alla volontà di Dio di salvare gli uomini peccatori, la volle e aderì a quel piano lasciandosi coinvolgere: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Dalla sua fede quindi nacque Gesù e pure la Chiesa. Perciò, insieme ad Elisabetta che esclamò: “Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45), ogni generazione oggi la proclama beata (cf. Lc 1,48). La Chiesa ha il compito di continuare nel mondo la missione materna di Maria, quella di comunicare il Salvatore al mondo. Il cristiano di oggi deve fare proprio il piano di Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2,4), proclamando la propria salvezza e lasciandosi attivamente coinvolgere nel portare la salvezza al prossimo, poiché “in questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli (Gv 15,8).

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Dalla Parola del giorno
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.».

Non temere
A metà del nostro cammino di Avvento, la liturgia sapiente della Chiesa ci invita ad una sosta in compagnia di Maria. Lei, donna dell'attesa e dell'accoglienza, è modello del discepolo che si prepara alla venuta del Signore. La solennità dell'Immacolata è un invito forte a mettere al centro della nostra riflessione la grazia di Dio. Se Maria può accogliere la vocazione di madre del Messia, non è certo per i meriti acquisiti sul campo di battaglia, ma per il progetto d'amore di Dio. L'angelo la saluta come "piena di grazia" e non come "piena di meriti". Al centro c'è il gratis di Dio nel quale "tutto è possibile". E' un gratis che sorprende. E' un progetto d'amore che scardina i nostri canoni e i nostri parametri di valutazione. Dio sceglie l'insignificante Nazareth, e non una grande e ricca capitale; sceglie la piccola Maria, e non la figlia di un grande condottiero; sceglie il falegname Giuseppe, e non un importante uomo d'affari. E' una logica che attraversa tutta la Scrittura Sacra. Le chiamate di Dio sovvertono le attese e non prevedono addestramento. La Sua Parola lancia i prescelti nella storia con la forza della Sua grazia. Anche in noi è all'opera la delicata potenza della Sua misericordia. Anche in noi è possibile il miracolo della novità. Non siamo condannati ai nostri errori, non siamo blindati alle nostre povertà. La grazia di Dio, se glielo permettiamo, ci lancia su sentieri nuovi e promettenti. Questa sosta in compagnia di Maria ci ricorda che davanti a Dio non dobbiamo essere i migliori, gli splendidi, i primi della classe; che almeno davanti a Lui non contano né le carte di credito, né i titoli di studio o gli amici influenti. Davanti a Dio conta l'amore, l'umiltà, la disponibilità a lasciarsi plasmare e riplasmare dalla Sua mano. Come oggi ci ricorda Maria, davanti a Dio conta la docilità alla Parola che ci porta ad allentare la presa, a perdere il controllo, a lasciarci portare dal soffio dello Spirito. L'esempio di Maria è un antibiotico potente contro il terribile virus della sedentarietà della vita cristiana. "Non temere", dice l'angelo a Maria e a ciascuno di noi. Non temere di offrire gratis quel perdono tanto atteso. Non temere di rispondere con l'amore all'indifferenza. Non temere di ricominciare da capo: tu non sei i tuoi errori. Non temere nel donarti con il tuo "Sì" a chi ti ama e ti attende. Non temere perché il Signore è con te e nessuno potrà rapirti dalla Sua mano (cfr. Gv 10,29).

Buona Settimana
don Roberto Seregni

Lode a te, Signore, che trasformi in diamanti le umili gocce d'acqua affidate al filo d'erba. Lode a te, che rifletti la tua bellezza in Maria, la piccola-grande nostra sorella. Lode a te, che in ciascuno di noi effondi sprazzi della tua luce che impreziosiscono questa povera creta.
Così pregava Madre Teresa di Calcutta: "Cuore Immacolato di Maria, causa della nostra gioia, benedici noi tuoi figli, aiutaci a fare il bene che possiamo, tienici nel tuo Cuore tanto puro e immacolato, così che noi possiamo piacere a Gesù, Tuo diletto Figlio e nostro Signore, e così portare molte anime a Dio".

L'intimità di Maria procura a quelli che la pregano una moltitudine di grazie e di squisite delicatezze materne. Conviene più che mai in questo tempo d'Avvento lodarla e attestarle il nostro amore di figli nel Figlio di Dio Padre. Allora l'Avvento apparirà per tutti noi come un tempo privilegiato per esaminare noi stessi sotto lo sguardo della vergine, per implorare il suo aiuto nella difficile conquista della purezza.

Disegno di Sergio Toppi

Perchè in tutti si formi una profonda coscienza vocazionale: tutti i cattolici, con tutti i mezzi, per tutte le vocazioni ed apostolati (Preghiere, p.44).

Cari fratelli e sorelle, buongiorno, questa seconda domenica di Avvento cade nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione di Maria, e allora il nostro sguardo è attratto dalla bellezza della Madre di Gesù, la nostra Madre! Con grande gioia la Chiesa la contempla «piena di grazia» (Lc 1,28), e cominciando con queste parole la salutiamo tutti assieme: “piena di grazia”. Tre volte diciamo: “Piena di grazia!” Tutti: Piena di grazia! Piena di grazia! Piena di grazia!… E così Dio l’ha guardata fin dal primo istante nel suo disegno d’amore. L’ha guardata bella, piena di grazia. È bella la nostra Madre! Maria ci sostiene nel nostro cammino verso il Natale, perché ci insegna come vivere questo tempo di Avvento nell’attesa del Signore. Perché questo tempo di Avvento è un’attesa del Signore, che ci visiterà tutti nella festa, ma anche, ognuno, nel nostro cuore. Il Signore viene! Aspettiamolo!

Angelus - Piazza San Pietro - II Domenica di Avvento, 8 dicembre 2013

La finestra del Paradiso (Bruno Ferrero)

Era un pò di giorni che il Signore non faceva un giro per il Paradiso; una mattina quindi si svegliò deciso a controllare se tutto lassù filava per il verso giusto. Con sua grande sorpresa, vide, in mezzo ad un gruppetto di persone, un tipo che in vita sua non aveva mai concluso niente di buono, era un gran lazzarone, svogliato e poco credente. "Come ha fatto un individuo del genere a entrare in Paradiso? San Pietro dovrà rendermi conto di questo!.", si indignò il Signore. Continuò il giro di controllo ed ecco che scoprì tra gli altri beati una donna che in vita sua ne aveva combinate di tutti i colori. "Anche lei qui?", esclamò sbalordito. "Ma chi controlla l'ingresso tra le anime beate? San Pietro dovrà spiegarmi anche questa!" Girando s'imbatte in altre persone che non si aspettava proprio di incontrare in Paradiso. A passi decisi, con un viso che prometteva tempesta, il Signore si avviò verso l'ingresso del Paradiso. Lì, a fianco del portone, con le chiavi in mano, stava San Pietro. "Non ci siamo, non ci siamo proprio!". Lo affrontò severamente il Signore. "Ho visto gente qui intorno, che del Paradiso non è proprio degna! Che custode sei? Non sarà che ti addormenti in servizio?" "Eh, no! Io non dormo proprio!", rispose risentito San Pietro. "Io alla porta ci sto, e con gli occhi ben aperti anche. E' che sopra di me, c'è una piccola finestra. Di là ogni tanto tua Mamma Maria fa scendere una corda e tira su anche quelli che io avevo allontanato! A questo punto cosa dovrei fare? E' inutile che faccia il portinaio! Do le dimissioni!" "Il volto del Signore si distese in un gran sorriso. "Va bene,va bene", disse bonariamente, cingendo le spalle di San Pietro con un braccio, come ai vecchi tempi. "Quello che fa mia mamma Maria è sempre ben fatto.Tu continua a sorvegliare la porta e lasciamo che al finestrino ci pensi lei...".

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