Disegno di Sergio Toppi
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«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15). «Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).
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Il Gallo del mattino sta aspettando che tutti andiamo in vacanza per tirare un chicchirichì di sollievo. «Una volta i galli stavano bene in campagna, ma ora che sono diventati cittadini si danno delle arie!». Dico ad alta voce per provocarlo, ma non ci casca. «E tu andrai in vacanza?», mi fa. « Certo che sì. Ci vedremo tra un mese, più o meno». «E scommetto che hai un'agenda fitta di impegni, come sempre». «Fitta di impegni, per modo di dire. È un'agenda da vacanze. Te la riassumo. Farò le mie passeggiate per il paese, parlerò con gli amici, mi fermerò incantato a contemplare le acque verdi e blu di Polignano, ascolterò le cicale nelle campagne delle Murge, sosterò davanti alle edicole rurali di santi e madonne, ogni tanto mangerò un po' di focaccia barese, appena sfornata, bevendo un bicchiere fresco di verdeca». «Ma io vedo scritto altre cose sulla pagina che stai leggendo». «E tu devi mantenere il segreto. Giro, pagina. Questi sono invece gli appuntamenti che ho evidenziato in giallo: 23 luglio: Santa Brigida (1303-1373), svedese, madre di otto figli; in seguito si fece religiosa; devota della Passione del Signore, rivelò una profonda spiritualità che trasferì alle suore dell'Ordine del Santissimo Salvatore (le Brigidine) da lei fondato; nel 1999 è stata dichiarata da San Giovanni Paolo II compatrona d'Europa insieme con Santa Caterina da Siena, sua contemporanea, e con Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, morta ad Auschwiz). Tre donne favolose. 25 luglio: San Giacomo, detto il Minore, uno dei dodici Apostoli, che subì il martirio a Gerusalemme ad opera di Erode Agrippa. La tradizione vuole che il suo corpo riposi in Spagna, a Compostela, dove sorge il celebre santuario a lui dedicato, meta di pellegrinaggi da tempo immemorabile. Andateci per vedere il gigantesco turibolo d'incenso. 31 luglio: Sant'Ignazio di Loyola (1441-1556), spagnolo, fondatore della Compagnia di Gesù, l'Ordine dei Gesuiti. Insostituibili. 8 agosto: San Domenico di Guzman (1170-1221), spagnolo, fondatore dell'Ordine dei Domenicani, riformatore della Chiesa con il Poverello d'Assisi suo contemporaneo. 10 agosto: San Lorenzo, diacono a Roma e martire sotto la persecuzione di Valeriano (258). Ai carnefici che gli chiedevano di restituire i tesori nascosti della Chiesa, mostrò i poveri e disse: “Ecco i tesori della Chiesa”». Il Gallo è sorpreso: «Questi sono i grandi appuntamenti delle vacanze?». Gli ribatto: «Appuntamenti con i santi. Che c'è di male? Se i galli avessero un po' di fantasia, per esempio, nei giorni di San Lorenzo, la notte, quando si guardano le stelle cadenti, saprebbero esprimere dei desideri importanti». «E io ce l'ho il desiderio. E stai tranquillo che lo spedisco a San Lorenzo». «Ehm..., posso darne oggi un'anticipazione? Una piccola parte...». Silenzio. Ma poi: «E va bene, te lo dico. “Che per una notte i porti del mondo siano tutti aperti a ogni nave, barca e barchino, come se si dovesse entrare in Paradiso”». Touché.
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«Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore».
I testi biblici che ci riportano il messaggio di questa domenica (la prima lettura e il Vangelo) ci insegnano che il Dio della Trinità ama recarsi di tanto in tanto dagli uomini, perché la sua presenza è un onore e una benedizione. Al tempo dei patriarchi, si reca da Abramo e promette un figlio a Sara che non ne ha ancora. Gesù, da parte sua, esalta due donne nubili, Maria e Marta, onorandole della sua visita e della sua parola. Il racconto di questa visita ci mostra che si deve manifestare a Gesù un vero rispetto. Il Dio della Trinità oggi continua a recarsi presso gli uomini. Questo noi la chiamiamo visita. Spesso, ci rendiamo conto della venuta di Dio solo dopo la sua visita. In questo giorno, il nostro Signore e Salvatore ci invita a recarci da lui. Egli è il sacerdote, l’annunciatore e l’ospite di questa festa liturgica. Gioiamo di questo onore, ascoltiamo la sua parola con attenzione e festeggiamo con lui la comunione di oggi con atteggiamento di venerazione. Ma soprattutto prendiamo a cuore quello che lui ci dice: è colui che si impregna della sua parola e vive secondo essa che gli manifesta il più grande rispetto.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)
«Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore». In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
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Dalla Parola del giorno «Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Marta e Maria Non è cosa di tutti i giorni avere ospite Gesù, il Rabbì di Nazereth. La sua personalità, i racconti dei suoi discorsi e dei suoi prodigi girano di bocca in bocca e la sua notorietà si è diffusa in tempi record. Marta è felice e orgogliosa di questa visita speciale. Tutto dev'essere perfetto. Casa ordinata e accogliente. Cena ben preparata e servita come si deve. Non si può certo fare brutta figura. Marta è emozionata, agitata, indaffarata. Ecco che arriva l'ospite. Ecco Gesù. Un saluto veloce, un augurio di pace, e poi via sistemare le ultime cose. Maria, sorella della padrona di casa, si siede ai piedi dell'ospite atteso e ascolta la sua parola. Di lei non si dice nulla, se non questa disponibilità. La penna attenta di Luca la dipinge con gli atteggiamenti del discepolo ideale: seduto, ascolta la Parola (cfr At 22,3). Vorrei sottolineare l'originalità di questa scena casalinga, in cui Gesù non si fa nessun problema a far visita alla casa di due donne e per giunta si metta ad insegnare. La tradizione dei rabbini era molto rigida a riguardo: le donne non erano ammesse alle assemblee liturgiche e a loro era negata la partecipazione a qualsiasi forma di lettura e commento delle Scritture Sacre. Al centro di questo brano di Vangelo sta il dialogo tra Marta e Gesù, dialogo spesso frainteso. Marta chiede a Gesù di smuovere la sorella, perché l'aiuti nel servizio. Ma la domanda lascia trasparire un velato rimprovero allo stesso Gesù, che non si cura che la sorella l'abbia abbandonata nei lavoro domestici per stare seduta ai suoi piedi. La risposta del Rabbì è affettuosa, ma allo stesso tempo decisa. Marta si agita, si preoccupa, va in ansia per il suo servizio, perde di vista ciò che è davvero importante. Qui sta l'affondo di Gesù: il fare diventa pericoloso quando si trasforma in ansia e agitazione, quando fa perdere di vista il significato ultimo di quello che si sta facendo. Una sola è la cosa di cui c'è bisogno, dice Gesù. E' quella scelta da Maria, è quella che non sarà mai tolta: è l'ascolto della Parola. Tutto, per essere vero e fecondo, deve partire e ritornare all'ascolto della Parola di Dio, all'intimità incandescente con lo Spirito. Non c'è contrapposizione tra azione o contemplazione, non è certo questa l'intenzione di Gesù. Si tratta di stabilire delle priorità, di riconoscere delle gerarchie che sottraggano alla confusione e alla dispersione. Coraggio, cari amici! Sfruttiamo questi mesi di vacanza per fare il punto della nostra fede. Concediamoci qualche spazio di silenzio all'ombra della Parola, investiamo del tempo per approfondire la nostra fede con qualche sana lettura, riscopriamo il gusto intenso della preghiera. Scegliamo l'unica cosa di cui c'è bisogno.
Buona Settimana don Roberto Seregni |
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O Dio, tu sei un "Padre sapiente e misericordioso" perché sempre ci accompagni. Donaci "un cuore umile e mite, per ascoltare la parola del tuo Figlio che ancora risuona nella Chiesa, radunata nel suo nome, e per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei nostri fratelli". Lo chiediamo per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, ospite nella nostra casa, per farci entrare nella tua tenda e dimorare con te per sempre, e nella gioia.
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Questo racconto non può non interrogarmi sul mio stile di relazione con le persone, sia quelle amiche che conosco da tempo che gli estranei. Sono chiamato a mettermi sempre al servizio come Marta, ma senza dimenticare che prima di tutto viene l'atteggiamento di Maria, che di fronte all'altro si mette in ascolto e disponibilità di cuore. E questo vale anche quando penso al mio rapporto con Dio. Dio vuole prima di tutto la mia amicizia, la mia disponibilità all'ascolto della sua parola e dello suo Spirito che mi parla al cuore. E se tante volte rischiamo di vedere Dio solo come un padrone da servire a da tener lontano dal cuore, facciamo nostro il rimprovero ricevuto da Marta: "ti agiti e ti affanni per molte cose, ma di una cosa c'è bisogno...". E questa è l'incontro profondo del cuore, il fermarsi e mettersi in ascolto. Questo vale con Dio e anche con chiunque incontriamo.
Ermes Ronchi
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Disegno di Sergio Toppi
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I più grandi tra i nostri santi si attaccherebbero oggi al microfono per lanciare in fervore di spirito ed esultanza di cuore il loro messaggio di verità, giustizia e pace. Impossibile non pensare al comando di Gesù Cristo: "Predicate il Vangelo ad ogni creatura..." (CISP, p.805).
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Oggi siamo talmente presi, con frenesia, da tanti problemi - alcuni dei quali non importanti - che manchiamo della capacità di ascolto. Siamo indaffarati continuamente e così non abbiamo tempo per ascoltare. E io vorrei domandare a voi, farvi una domanda, ognuno risponda nel proprio cuore: tu, marito, hai tempo per ascoltare tua moglie? E tu, donna, hai tempo per ascoltare tuo marito? Voi genitori, avete tempo, tempo da “perdere”, per ascoltare i vostri figli? o i vostri nonni, gli anziani? – “Ma i nonni dicono sempre le stesse cose, sono noiosi…” – Ma hanno bisogno di essere ascoltati! Ascoltare. Vi chiedo di imparare ad ascoltare e di dedicarvi più tempo. Nella capacità di ascolto c’è la radice della pace.
All’Angelus: Piazza San Pietro - Domenica, 17 luglio 2016
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Figlio: "Papà, posso farti una domanda?" Papà: "Certo, di cosa si tratta?" Figlio: "Papà, quanti soldi guadagni in un ora?" Papà: "Non sono affari tuoi. Perché mi fai una domanda del genere?" Figlio: "Volevo solo saperlo. Per favore dimmelo, quanti soldi guadagni in un ora?" Papà: "Se proprio lo vuoi sapere, guadagno 100 dollari in un ora" Figlio: "Oh! (con la testa rivolta verso il basso) Figlio: "Papà, mi presteresti 50 dollari?" Il padre si infuriò. Papà: "La sola ragione per cui me lo hai chiesto era per chiedermi in prestito dei soldi per comprare uno stupido giocattolo o qualche altra cosa senza senso, adesso tu fili dritto per la tua stanza e vai a letto. Pensa al perché stai diventando così egoista. Io lavoro duro ogni giorno per questo atteggiamento infantile. Il piccolo bambino andrò in silenzio nella sua stanza e chiuse la porta. L'uomo si sedette e diventò ancora più arrabbiato pensando alla domanda della ragazzo. Come ha avuto il coraggio di farmi una domanda simile solo per avere dei soldi? Dopo un ora o poco più, l'uomo si calmò, e cominciò a pensare: Forse c'era qualcosa di cui aveva davvero bisogno di comprare con 50 dollari, non chiede dei soldi molto spesso. L'uomo andò nella stanza del piccolo bambino e aprì la porta. Papà: "Stai dormendo, figlio?" Figlio: "No papà, sono sveglio". Papà: "Stavo pensando, forse sono stato troppo duro con te prima. È stato un giorno faticoso per me oggi e mi sono scaricato su di te. Questi sono i 50 dollari che mi hai chiesto". Il piccolo bambino si sedette subito e cominciò a sorridere. Figlio: "Oh, grazie papà!" Dopo, da sotto il suo cuscino ha tirato via delle banconote stropicciate. L'uomo vide che il bambino aveva già dei soldi, e inizio ad infuriarsi di nuovo. Il piccolo bambino iniziò lentamente a contare i suoi soldi, e dopo guardò il padre. Papà: "Perché vuoi altri soldi se ne hai già"? Figlio: "Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso si". "Papà, ho 100 dollari adesso. Posso comprare un ora del tuo tempo? Per favore vieni prima domani. Mi piacerebbe cenare con te." Il padre rimase impietrito. Mise le sue braccio attorno al suo bambino e lo implorò di perdonarlo. Questa è solamente una storia per ricordare a tutti noi che non bisogna sempre lavorare così duramente nella vita. Non ci rendiamo conto che il tempo ci scivola via tra le dita senza averne speso un po' con le persone più importanti della nostra vita, quelle vicino ai nostri cuori. Ti ricorderai che 100 dollari valgono il tuo tempo con la persona che ami? Se noi morissimo domani, la società per cui lavoriamo ci potrà facilmente sostituire in qualche giorno. Ma la famiglia e gli amici che ci lasciamo dietro sentiranno la mancanza per il resto delle loro vite. E iniziamo a pensarci, noi mettiamo tutto ciò che abbiamo sul lavoro piuttosto che sulla nostra famiglia. Alcune cose sono più importanti.
fonte non specificata
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